Il Premio Gianmario Lucini, istituito nel 2019, è sostenuto dal Comune di Piateda (SO). Il bando del Premio è disponibile a questa pagina.
Gianmario Lucini, poeta, critico, editore (CFR è stata la sua sigla editoriale), è morto all’improvviso, per un infarto, a fine ottobre del 2014. L’intenzione delle persone che lo hanno conosciuto è di istituire un premio di poesia a suo nome, che dia risalto alle opere di impegno civile.
Nato nel 1953, Lucini viveva in Valtellina. Il suo lavoro di critico e di editore prediligeva una poesia critica, indignata nei confronti della società ingiusta, capace di affrontare le mafie di ogni genere. La sua attenzione guardava al Sud, dilaniato dalle mafie, in particolare la Calabria, vittima della ‘ndrangheta. E contro la ‘ndrangheta aveva organizzato un presidio
per alcuni mesi sui beni confiscati ai mafiosi nella Locride. Per questo aveva pubblicato un’antologia tematica, L’impoetico mafioso (CFR, 2011), con la partecipazione di “105 poeti per la legalità e la responsabilità sociale” (come recita il sottotitolo). In proprio, aveva pubblicato diverse raccolte di poesia: Allegro moderato; Il disgusto; Krisis, Ballata avvelenata; Poemetti del dito; Bestiario e altre confessioni; Canto dei bambini perduti; Per il bosco; Memorie del sottobosco; Hybris; Vilipendio; Sapienziali; A futura memoria; Monologo del dittatore. Aveva anche scritto libri di critica letteraria, il pamphlet Editore impostore, e curato molte antologie di poeti contemporanei. La sua ultima fatica editoriale è stata l’antologia Keffyeh – intelligenze per la pace, curata con Mario Rigi.